CEREALI RESILIENTI 2.0 – TOSCANA

Diversità nei cereali per l’adattamento ai cambiamenti climatici – seconda fase

È stata finanziata la seconda fase del progetto PEI “Cereali resilienti” con la sottomisura 16.2 del PSR della Regione Toscana. In questa fase il Gruppo Operativo che si è consolidato nel corso della prima parte del progetto porterà avanti tutte le attività di progettazione previste dal Piano Strategico (PS).

Protagonisti saranno i network locali di agricoltori che contribuiranno alla riproduzione di semente, gestendone la corretta evoluzione nel tempo, e alla sua diffusione, con il supporto tecnico e scientifico dei partner del progetto. I cambiamenti promossi dal PS riguardano tutta la filiera e saranno realizzati grazie alla collaborazione tra gli agricoltori e gli altri membri del partenariato. Gli obiettivi operativi del progetto sono:
• aumentare la diversità coltivata nelle aziende e favorire evoluzione e adattamento delle CCP (Composite Cross Population) nei differenti ambienti di coltivazione;
• sviluppare il sistema integrato di produzione di semente di SOLIBAM TENERO FLORIDDIA, analizzando gli aspetti socio-economici di un innovativo sistema sementiero;
• permettere agli agricoltori di selezionare e mantenere le proprie CCP in modo da conseguire stabilità di resa produttiva, diminuire il costo di produzione e accrescere il reddito aziendale;
• migliorare la qualità degli alimenti testando prodotti derivati da CCP dove la competizione fra genotipi e la diminuzione dell’azoto favoriscono l’incremento di metaboliti secondari (sostanze nutraceutiche);
• incrementare la fertilità del suolo con pratiche colturali ecosostenibili per migliorare la struttura del terreno e ridurre gli input energetici che accrescono l’emissione di CO2 in atmosfera.

I partner in questa seconda fase di progettazione sono:

1. RSR (Capofila);
2. Azienda agricola biologica Rosario Floriddia;
3. S.s.a. Progetto Sterpaia;
4. DiSAAA-a, Università di Pisa;
5. DiSPAA, Università di Firenze;
6. Azienda agricola Sara Passerini;
7. Molino Angeli;
8. FIRAB.

Le attività del partenariato sono suddivise in 5 “Work package” che prevedono:

1. Coordinamento: RSR si occuperà delle attività di coordinamento del partenariato e del monitoraggio delle attività attraverso l’organizzazione degli incontri di coordinamento e dell’animazione interna. Questa attività è indispensabile per la buona riuscita del progetto e affinché tutti i partner possano effettivamente collaborare e rafforzare i network locali.

2. Sostenibilità economica dell’innovazione: l’Università di Pisa si occuperà di valutare il modello di gestione della semente di CCP nelle diverse macroaree individuate, l’organizzazione tecnico economica delle 4 aziende madri e il rapporto economico-organizzativo che regola i rapporti tra aziende madri e aziende figlie; infine si occuperà di avviare le procedure per la richiesta dell’autorizzazione sementiera per le 4 aziende-madri. Un altro punto centrale del lavoro dell’Università di Pisa sarà quello di individuare le implicazioni legate alla gestione della semente da parte degli agricoltori con una licenza open source per garantire il più ampio accesso possibile ai potenziali utilizzatori.

3. Contestualizzazione nei diversi ambienti della Toscana: l’Università di Firenze si occuperà della contestualizzazione delle CCP nei diversi territori della Toscana. In particolare curerà gli aspetti del mantenimento della fonte primaria della popolazione SOLIBAM Floriddia, dell’adattamento secondario presso le 4 aziende madri ed effettuerà l’analisi climatica per la definizione degli ambienti di adattamento

4. Qualità delle farine e dei prodotti: in questo work package i partner di progetto si occuperanno di valutare le proprietà reologiche delle farine e le micotossine (presso i laboratori UNIFI). A partire dal secondo anno la granella proveniente dalle aziende madri verrà sottoposta a prove di molitura presso i molini Floriddia e Angeli. FIRAB condurrà un Test di accettabilità: il gradimento e l’accettabilità di questi prodotti, relativi alle proprietà sensoriali, verrà determinato mediante l’analisi multisensoriale. Le prove di assaggio verranno effettuate su test di produzione pane, cracker, biscotti e pasticceria, tramite panel test.

5. Divulgazione e disseminazione: Rete Semi Rurali si occuperà della pubblicazione del materiale informativo e di organizzare presentazioni pubbliche, visite aziendali e incontri tematici. Infine RSR si occuperà anche di mantenere le relazioni con policymaker quali il MiPAAF e il CREA DC per aggiornarli sulle attività e i risultati.

Il progetto si propone il raggiungimento di obiettivi di tipo economico e ambientale. Per quanto riguarda le ricadute economiche si evidenziano le seguenti attività:

1. Produrre materiale cerealicolo selezionato per la capacità di adattamento e valutato per le sue caratteristiche tecnologiche e nutrizionali al fine di sviluppare filiere produttive locali.
2. Incrementare il potenziale produttivo dei cereali per l’agricoltura biologia e a basso input per garantire un maggior reddito agli agricoltori che saranno motivati a rimettere in produzione terreni abbandonati da anni e ridurre le aree marginali agricole;
3. Creare una rete tra le diverse realtà scientifiche, economiche, sociali in modo da fornire assistenza tecnica e materiale genetico agli agricoltori di filiere produttive locali, favorire gli aspetti culturali legati alla trasformazione e alla consapevolezza di consumatori verso alimenti con particolari caratteristiche nutraceutiche.
Le ricadute ambientali sono perseguite attraverso le seguenti azioni:
1. Fornire sementi di popolazioni adattate per l’agricoltura biologica e a basso input permetterà di migliorare la gestione e il controllo delle infestanti e di contenere le avversità patogene. Un’appropriata programmazione delle rotazioni permetterà di incrementare e mantenere la fertilità del suolo, favorendo un buono stato strutturale del terreno. Favorire l’efficienza dei sistemi agricoli biologici e basso input permetterà nel lungo periodo una riduzione dell’accumulo degli agenti inquinanti nel suolo e nelle acque e favorirà il sequestro del carbonio;
2. Stabilizzare le produzioni in ambienti marginali permetterà di migliorare la capacità di programmazione delle filiere rispetto alla trasformazione ed alla commercializzazione evitando l’utilizzo sottodimensionato dei macchinari;
3. Promuovere filiere cerealicole a Km 0 consentirà un’ulteriore riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera.

Il progetto va dal 1/02/2019 al 30/09/2021.

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