Ginepro fenicio in area Grecanica – CALABRIA

Il progetto “Conservazione, Monitoraggio, Ripopolamento e Ripristino dell’habitat della macchia dell’Oleo-Juniperetum turbinatae – Area SIC IT9350145 Fiumara Amendolea e Area SIC IT9350141 Capo San Giovanni“, finanziato POR Fesr-Fse – Calabria 14/20 – Asse 6 – Piano di Azione 6.5.A.1– Sub-Azione 2punta a conservare e valorizzare il Ginepro Fenicio e con esso tutto l’habitat di sviluppo tipico delle zone costiere dell’area Grecanica.

Per realizzare questo progetto, l’AIAB CALABRIA si avvale della collaborazione di partner scientifici qualificati, quali – oltre alla stessa Fondazione di ricerca FIRAB –  il Dip. di Agraria dell’Università «Mediterranea» degli Studi di Reggio Calabria,  il Dip. Scienze Politiche e Sociali (Di.Spes) dell’Università della Calabria,  Arsac (Azienda Regionale Per Lo Sviluppo Dell’agricoltura Calabrese) e il genetista Salvatore Ceccarelli.

Le attività progettuali di ripristino, reintroduzione e conservazione del Ginepro fenicio verranno realizzate nei siti d’interesse comunitario IT9350145 denominato “Fiumara Amendolea” e IT 9350141 denominato “Capo San Giovanni”. Nell’ambito dei siti in questione si riscontra la presenza degli ultimi esemplari di Ginepro fenicio, specie considerata minacciata (EN) a livello regionale.

Specie endemica della Sardegna e della Sicilia, caratterizza anche in Calabria uno dei paesaggi più suggestivi del Mediterraneo, figurando tra le specie vegetali più rappresentative del basso Jonio reggino, eppure proprio in quest’area compare fra quelle a più alto rischio di estinzione. Si tratta del Ginepro Fenicio (Juniperus Phoeniceache nell’estremità sud della regione ha fra le zone di maggiore diffusione quella del bacino idrografico dell’Amendolea e di Capo San Giovanni, dove sono presenti piante secolari di straordinaria bellezza. Tipica di colline aride a substrato calcareo in prossimità delle coste, è una pianta a crescita molto lenta e piuttosto longeva. Con la sua chioma verde scuro, costellata di coccole di colore rossiccio – molto usate in liquoreria e fitoterapia – e svettante su un tronco dritto facilmente incline a contorcersi in prossimità del mare, può arrivare fino all’altezza di 8 metri. Ha radici molto robuste che riescono a insinuarsi facilmente nella roccia, rendendo la pianta resistente ai venti più vorticosi. Nell’area calabrese menzionata, posta in pieno territorio grecanico, cresce in particolare la sottospecie Juniperus phoenicea L. subsp. turbinata Guss. Nymanche un progetto oggi mira a recuperare e a conservare.

Ramo di Juniperus Phoenicea con coccole

Ad avviare questo progetto – di cui si enunceranno le attività in un seminario introduttivo previsto per Giovedì 27 Giugno 2019 alle ore 18.00 presso il Centro Giovanile “P. Valerio Rempicci” a Condofuri Marina (RC) – è l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica Calabria (AIAB Calabria), grazie anche al supporto scientifico del Prof. Giovanni Spampinato (Dipartimento di Agraria dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria).

Tra le azioni previste vi sono indagini per l’identificazione della specie, lo Studio sulle funzionalità ecologiche e di adattamento degli habitat, che realizzerà Firab, e la mappatura degli esemplari presenti nelle diverse località del territorio, con particolare interesse proprio per quelle ubicate nel bacino idrografico dell’Amendolea e di Capo San Giovanni. Tutte le informazioni raccolte confluiranno in un database informatico grazie al quale sarà possibile localizzare questa straordinaria specie della biodiversità mediterranea. Il progetto s’inserisce in un disegno strategico di salvaguardia di habitat peculiari (Aree SIC), attualmente in stato di abbandono, nonostante siano luoghi del paesaggio locale particolarmente apprezzati, e non solo dagli escursionisti.

E’ inoltre previsto uno studio sulle fonti storiche e ricerche destinate a comprendere l’uso che questa particolare specie rivestiva tra le comunità grecaniche della Calabria meridionale, dove la pianta è chiamata Clethro, così come si riscontra in una cronaca bovese del Settecento, in cui si ricorda la consuetudine di estrarre gomme resinose profumatissime.Oltre alla partecipazione di professionisti del settore, enti ed aziende locali, il progetto prevede il coinvolgimento di vivai, in cui saranno attivati i protocolli di implementazione della specie finalizzati al ripopolamento del ginepro fenicio nei siti SIC dell’Area Grecanica. Infine è prevista l’attivazione di una borsa di studio sul tema, che darà la possibilità di approfondire ancora di più aspetti naturalistici e scientifici di questa particolare specie ad interesse mondiale.

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