Portare l’agricoltura biologica nell’Unione Europea al 25% entro il 2030 per difendere davvero i terreni agricoli e contribuire alla lotta al riscaldamento globale

Al via l’iniziativa europea OrganicClimateNET. In Italia partecipano due raggruppamenti di aziende biologiche.

L’agricoltura biologica può contribuire sia alla difesa dei terreni agricoli per uso alimentare che alla decarbonizzazione dell’Unione Europea, grazie al carbon farming.

Riconoscendo il loro ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi ambientali, la UE ha avviato passi significativi per migliorare la capacità delle aziende agricole biologiche di mitigare le emissioni di gas serra e favorire la cattura del carbonio nel suolo, promuovendo al tempo stesso la produzione agricola locale.

L’iniziativa europea OrganicClimateNET, che durerà 4 anni, dal 2024 al 2028 – con un budget di 4,9 milioni di euro – provenienti dal programma Horizon Europe e dal Segretariato Svizzero per l’Educazione, la Ricerca e l’Innovazione – rappresenta un passo strategico per la creazione di una rete pilota di 250 aziende agricole biologiche in 12 Paesi dell’Unione, tra cui l’Italia.

L’obiettivo primario è quello di consentire a queste aziende di adattare, testare, adottare e migliorare le pratiche agricole amiche del clima.

Il traguardo, al 2030, è quello di convertire all’agricoltura biologica il 25% dei terreni agricoli UE, rispetto al 9,9% del 2021 (dati Eurostat), come previsto dal Green Deal dell’Unione Europea.

In Italia, l’iniziativa è articolata in due hub, o raggruppamenti, di aziende biologiche. Uno fa capo alla Cooperativa Coraggio. La coop si trova nell’area peri-urbana di Roma e opera in biologico recuperando alla produzione terre pubbliche assegnate per bando nel 2015. È un’azienda multifunzionale che affianca alla coltivazione di cereali, ortaggi, legumi, alberi da frutta di varietà da conservazione (tra cui razzolano galline ovaiole) e olivi, in vendita diretta nel mercato romano, attività ricreative e culturali per i cittadini, attività di formazione e uno

spazio di confronto con altri agricoltori denominato “Università della Terra”.

L’altro hub, nell’area orientale del Friuli Venezia Giulia, riguarda la viticoltura biologica – che molto spesso è anche parte delle denominazioni di origine (DOC Colli Orientali, Collio ecc. – e le attività di progetto verranno implementate presso l’azienda a conduzione familiare Andrea Visintini di Gramogliano di Corno di Rosazzo (UD). L’azienda dispone di 40 ettari, di cui oltre 30 con la compresenza di viti e una interessante produzione di seminativi; produce vino bio e DOC che viene commercializzato sia in azienda che sui mercati internazionali. Biologica dal 2007 e biodinamica dal 2009, è un riferimento per i non pochi viticoltori che nella zona si sono avvicinati al biologico.

OrganicClimateNET rappresenta uno sforzo innovativo per fare dell’agricoltura biologica un caposaldo nel raggiungimento di un’Europa neutrale dal punto di vista climatico (Net Zero) entro il 2050.

Questa iniziativa quadriennale riunisce un consorzio di 17 partner, tra cui realtà che erogano servizi di consulenza, associazioni e istituti di ricerca di 15 Paesi. Una collaborazione che promuove lo scambio di conoscenze tra le nazioni con settori biologici ben consolidati e quelle in cui l’agricoltura biologica è nelle prime fasi di sviluppo, oltre a facilitare lo scambio di saperi e competenze tra aziende.

I risultati di OrganicClimateNET saranno tangibili e avranno ampia portata. Ciascuna delle 250 aziende agricole pilota svilupperà infatti strategie su misura di carbon farming (un modo innovativo di fare agricoltura catturando il carbonio nel suolo, per non farlo finire in atmosfera, e utilizzandolo come sostanza organica per migliorare le caratteristiche del suolo, come per esempio la fertilità) che serviranno da esempio per il settore biologico in generale.

Verranno prodotti, tradotti e adattati oltre 120 testi di conoscenza sul clima e sul carbonio specificamente per l’agricoltura biologica. Queste risorse saranno disponibili in una “cassetta degli attrezzi” di supporto alle decisioni, accessibile attraverso una piattaforma web già ampiamente nota, Organic Farm Knowledge.

L’iniziativa mira anche a valutare diversi modelli di business per

“l’agricoltura del carbonio”(o “climaticaticamente neutrale”), completi di monitoraggio, rendicontazione e sistemi di incentivazione.

Questo approccio globale garantisce che il progetto non solo influenzi le pratiche sul campo, ma contribuisca anche a fornire indicazioni preziose per lo sviluppo di politiche climatiche efficaci.

OrganicClimateNET è stato lanciato ufficialmente il 1° febbraio 2024 e terminerà il 31 gennaio 2028. Il capofila del progetto è FIBL EUROPE (Belgio), con cui collaborano i partner FIRAB (Italia), Institut de l’Elevage (Francia), Justus-Liebig-Universitaet Giessen (Germania), IFOAM EU (Belgio), Innovarum (Spagna), Instytut Genetyki i Biotechnologii Zwierzat Polskiej Akademii Nauk (Polonia), Asociacion Ecovalia (Spagna), Luomuliitto (Finlandia), Irish Organic farmers and growers Association (Irlanda), Bioland Beratung Gmbh (Germania), AGROBIO (Portogallo), Asociatia Inter-Bio (Romania), LLKC (Lettonia), Stichting Louis Bolk Instituut (Olanda), CEET (Estonia) e FIBL CH (Svizzera).

Durante l’intero ciclo di vita del progetto, i risultati saranno documentati in modo meticoloso e diffusi attraverso briefing,workshop, e collaborazioni con altri progetti UE e con gli attori dei sistemi organici di conoscenza e innovazione agricola (AKIS), garantendo un approccio complessivo alla promozione di pratiche sostenibili.

Il progetto testimonia l’impegno della UE per la sostenibilità ambientale e sottolinea l’importanza dell’agricoltura biologica come attore chiave nella creazione di un’Europa resiliente e neutrale dal punto di vista climatico. L’iniziativa segna un passo significativo verso un futuro in cui l’agricoltura non solo nutre la popolazione, ma anche il Pianeta.

Per ulteriori informazioni:

Luca Colombo: l.colombo@firab.it

Cristina Micheloni: cristina.micheloni@gmail.com

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