LIFE GRACE: conservare i pascoli mediante il loro uso

Il progetto LIFE GRACE promuove la conservazione di habitat seminaturali legati ai sistemi pascolivi appenninici (*6210 – Festuco-Brometalia, *6210 – Thero-Brachypodietea e *6230 – Praterie a nardo) supportando il loro utilizzo prioritariamente con razze autoctone di vacche maremmane, cavallo TPR, Tolfetano, Maremmano, pony di Esperia, capre Grigie e Monticellane, minacciate dall’erosione genetica e, più in generale, con razze idonee al grass-feed.

Come? Tramite una forte partnership tra agricoltori, esperti di biodiversità e consumatori per raggiungere l’obiettivo in modo economicamente sostenibile, a beneficio sia degli agricoltori che della conservazione della natura. Garantire quindi agli allevatori un mercato per la vendita della propria carne in modo che possa proseguire il pascolo estensivo impedendo la banalizzazione della vegetazione e l’invasione degli arbusti.

Dove? Nella Regione Lazio, nei territori dei Monti della Tolfa, Reatino e Monti Ausoni-Aurunci, comprendenti 70.000 ha di aree ad Alto Valore Naturale e 20 siti Natura 2000, che ospitano circa  900 allevamenti di piccola dimensione.

Le varie tappe

  • Sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo dell’agricoltura come motore di sviluppo sostenibile e conservazione della biodiversità e migliorare le opportunità di mercato per i prodotti. Il progetto intende coinvolgere almeno una filiera alimentare per promuovere l’acquisto di carne proveniente da Natura 2000 e promuovere la vendita della carne ad almeno 70 fra ristoranti e agriturismi.
  • Sensibilizzare gli agricoltori sulle migliori pratiche da mettere in atto nelle aree Natura 2000 per migliorare lo stato di conservazione degli agroecosistemi attraverso l’utilizzo di fondi PSR e trovare una soluzione per finanziare misure di conservazione per le praterie di interesse comunitario. Verrà effettuato uno specifico lobbying alla Regione Lazio chiedendo di inserire la possibilità di finanziare misure di conservazione per praterie di interesse comunitario anche senza collegamento alle razze autoctone.
  • Coinvolgere gli agricoltori nelle azioni di citizen science, raccogliendo informazioni per il monitoraggio sulla biodiversità dei terreni agricoli.
  • Diffondere le lezioni apprese ad altre realtà dentro e fuori la Regione Lazio.

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