Andhra Pradesh verso 100% chemical-free agriculture entro il 2024, ma non senza contraddizioni!

Andhra Pradesh è il primo Stato indiano che ha varato un piano di transizione perché -entro il 2024- 6 milioni di aziende agricole adottino un modello di agricoltura “Zero Budget Natural Farming (ZBNF)” ovvero naturale al 100% e priva di sostanze chimiche, con investimenti di oltre 2 miliardi di dollari nei prossimi anni.

Considerando la sua impressionante scala, un effettivo passaggio di 8 milioni di ettari senza contaminazione chimica raggiungerà un impatto di forte trasformazione in India. Inoltre, fornirà un modello per un modello agricolo inclusivo, che tenga conto della diversità delle persone insieme alle condizioni agro-climatiche e che possa essere adattato a diversi contesti globali per ridurre le vulnerabilità ai cambiamenti climatici. Inoltre, poiché 14 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dipendono dallo stato delle risorse naturali, dalla salute delle comunità, dall’accesso a un’alimentazione sicura e dall’emancipazione delle donne, ZBNF costituisce un’efficace strategia intersettoriale per raggiungere gli obiettivi degli SDG. Qualche chiarezza in più, inoltre, proviene dalle parole del direttore generale del World Agroforestry Center, Simons: “ZBNF si basa su principi agroecologici, che sono al centro di una solida scienza dell’integrazione e dei sistemi, con la promessa di paesaggi resilienti e produttivi che offrono i generi benefici multipli per la società e l’ecologia di cui il nostro Pianeta ha bisogno oggi in tutti i suoi paesaggi. Pertanto, stabilisce il ritmo e l’agenda per tutti noi “.

Inoltre, recentemente, il vicepresidente di National Institution for Transforming India (Niti Aayog), Kumar, ha promosso Piani per lo sviluppo di Zero Budget Natural Farming (ZBNF) nei diversi Stati indiani, dichiarando che un siffatto modello, oltre ad avere esternalità positive significative, contribuirebbe a raddoppiare il reddito degli agricoltori entro il 2022. Sotto ZBNF non vengono utilizzati né fertilizzanti né pesticidi e solo il 10% di acqua deve essere utilizzata per l’irrigazione rispetto alla tecnica agricola tradizionale. Gli agricoltori usano solo semi locali e producono i loro semi. Diverse sono oramai le esperienze come quella di Andhra Pradesh e, secondo Kumar,  ZBNF non solo ha il potenziale per l’India ma ha anche un potenziale globale. A conferma della valenza di tale iniziativa anche il ministro per l’agricoltura e il benessere degli agricoltori, Shekhawat, ha dichiarato: “Stiamo assistendo a effetti collaterali dell’uso di prodotti chimici e fertilizzanti nelle colture”.

E su questo fronte non potevamo non confrontarci con Salvatore Ceccarelli, genetista italiano di fama internazionale che, da molti anni, pratica la ricerca scientifica partecipata, coinvolgendo direttamente gli agricoltori in vari Paesi: Giordania, Siria, Iran, Egitto, Algeria, Eritrea, Etiopia, Yemen e, negli ultimi anni, in India e Bhutan. Fra le altre attività, conduce rilevanti ricerche scientifiche nell’ambito dell’agricoltura sostenibile, in sinergia con ricercatori e agricoltori di diverse nazionalità. Un ricercatore che, in una precedente intervista alla presentazione del progetto Solibam promosso da AIAB, si è descritto a suo nipote come: “uno che sta cercando di cambiare il mondo, perché lavoro con gli agricoltori affinché migliorino i semi per fare un’agricoltura e un cibo che non facciano male, anzi che facciano bene”.

Ed è proprio Ceccarelli che ci fa riflettere su alcune contraddizioni che sembrano emergere: “E’ interessante notare che l’Andra Pradesh era (prima che lo stato si dividesse tra l’attuale Andra Pradesh e il Telangana, la sede del International Crop Research Institute for Semi-Arid Tropics (ICRISAT), uno dei centri del CGIAR (https://www.cgiar.org/), ancora oggi nei pressi di Hyderabad, capitale appunto del nuovo stato del Telangana. Ebbene nel loro portale (http://www.icrisat.org/) si legge “superare povertà e fame; ridurre la malnutrizione; prevenire la degradazione dell’ambiente: non viene spontaneo chiedersi: come mai questa iniziativa non è partita da loro?”

 

alba.pietromarchi@firab.it

 

Zero Budget Natural Farming (ZBNF)

è un insieme di metodi di coltivazione, e anche un movimento contadino, che si è diffuso in vari stati dell’India. Ha raggiunto un ampio successo nel sud dell’India, in particolare nello stato meridionale indiano del Karnataka, dove inizialmente si è sviluppato. Il movimento nello stato del Karnataka è nato dalla collaborazione tra Subhash Palekar, che ha messo insieme le pratiche ZBNF, e l’associazione dei contadini, Karnataka Rajya Raitha Sangha (KRRS), membro de La Via Campesina (LVC). La neoliberalizzazione dell’economia indiana ha portato a una profonda crisi agraria che ha reso e sta rendendo non redditizia l’agricoltura su piccola scala. Semi, mezzi tecnici e mercati sono inaccessibili e costosi per i contadini. Gli agricoltori indiani si trovano sempre più in un circolo vizioso di debito, a causa degli alti costi di produzione, degli alti tassi di interesse per il credito, dei prezzi di mercato dei prodotti agricoli sempre più volatili, dell’aumento dei costi dei mezzi tecnici basati sui combustibili fossili e su sementi private. Il debito è un problema per gli agricoltori in India.

In tali condizioni, l’agricoltura “a budget zero” promette di porre fine alla dipendenza dai prestiti e di tagliare drasticamente i costi di produzione, ponendo fine al ciclo del debito per gli agricoltori che sono sempre più disperati. La parola “budget” si riferisce al credito e alle spese, quindi la frase “Zero Budget” significa senza utilizzare alcun credito e senza spendere soldi per gli input acquistati. Per ‘Agricoltura naturale’ infine s’intende più rispettosa dell’ambiente e senza prodotti chimici.

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