MENSE SCOLASTICHE: PIÙ PLASTICA E MENO BIO

LUNCHBOX: SOLUZIONE INACCETTABILE. APPELLO AL GOVERNO

La scuola vuole riaprire a settembre prevedendo di somministrare il pasto in “mono-porzioni, in vaschette separate unitariamente a posate, bicchiere e tovagliolo monouso” (Protocollo per la ripresa in sicurezza dell’anno scolastico sottoscritto dal ministero dell’Istruzione e i sindacati della scuola, 6 agosto us) e quindi, la possibilità, in forma “residuale” di fornire il pasto in “lunch box” per il consumo in classe.

Con l’alibi dell’emergenza sanitaria si sta provando a far entrare nella scuola menù semplificati stile fast food, cibo preparato (lunchbox) a livello industriale in cucine centralizzate.  

In base a presunti rischi di trasmissione virale, il Ministero dell’Istruzione indica il lunch box e le monoporzioni come una soluzione per consumare il pasto in classe.

MA NON C’È NESSUNA RAGIONE SCIENTIFICA CHE GIUSTIFICHI LE MONOPORZIONI

come si legge nell’appello che 9 organizzazioni hanno sottoscritto, a cui Firab aderisce.

Mentre tali disposizioni potrebbero avere seri impatti dal punto di vista sociale, economico, ambientale, sulla qualità e sostenibilità delle mense scolastiche, in particolare quelle biologiche.

LUNCH BOX SOLUZIONE INACCETTABILE IN 5 PUNTI

1) ECONOMICA: +costi per le famiglie; +costi e oneri per Amministrazioni.

2) AMBIENTALE: +plastica; +scarti.

3) SALUTE DEI BAMBINI: scarsa qualità nutrizionale, cibo processato, decadimento valore pasto.

4) EDUCAZIONE ALIMENTARE: i cuochi nelle scuole  aiutano a educare al gusto e alla scelta consapevole; +pasti sani; +buone abitudini.

5) SOCIALE: chiusura cucine interne, meno occupati, rischio conflitti tra famiglie e Amministrazioni, meno BIO locale

IL BIOLOGICO NON SI PUÒ PRESCINDERE DALLE MENSE SCOLASTICHE

Non dimentichiamoci che:

  • l’Italia è leader nella UE per agricoltura bio, con prodotti di qualità richiesti in tutto il mondo;
  • le mense scolastiche biologiche stanno conquistando un crescente livello di consenso presso le famiglie e le autorità che si occupano di scuola, anche sotto la spinta di raccomandazioni comunitarie, di norme nazionali e direttive regionali e grazie anche all’impegno e la partecipazione attiva dei genitori (in Italia ci sono molti esempi);
  • la mensa scolastica è il momento in cui veicolare un pasto bio-sostenibile, cioè biologico, a basso impatto ambientale, portatore di tradizioni perciò caratterizzato CULTURALmente (educativo) ma anche COLTURALmente perché strettamente legato al territorio.
  • l’importanza del pasto come momento di educazione alimentare riconosce nel biologico la capacità sia di veicolare atteggiamenti pro-ambientali che sostengono l’attenzione alla tutela della salute individuale e degli ecosistemi, sia di sostenere nei bambini e nei ragazzi la formazione di un rapporto più sereno col cibo, meno staccato e disattento, meno limitato da stili di vita veloci e stressanti, condizionato da processi sempre più tecnologizzati.  

Oltre 1.400 mense bio in Italia, con una mensa su quattro che utilizza dal 70% al 100% di prodotti biologici, secondo ultimo censimento BioBank, su dati 2018. Un successo evidente nel boom degli ultimi dieci anni: da 924mila pasti giornalieri nel 2007 si è passati a quasi 1,3 milioni di pasti al giorno nel 2017; anche il numero di mense è decisamente cresciuto, oltre che raddoppiato rispetto a dieci anni fa!

Fonte: elaborazione Firab su dati Biobank

Tuttavia, ancor prima del lockdown, c’erano state già prime avvisaglie, nella prima bozza di linee guida presentate dal ministero della Salute a gennaio. L’AIAB, grazie anche al lavoro del suo gruppo mense che annovera esperti AIAB/FIRAB, aveva prontamente lanciato l’allarme, sulla mancata «valorizzazione» del bio, sul riconoscimento delle «mense biologiche certificate» e sull’assenza di una «filiera dedicata» nella ristorazione collettiva.

Ora, ancora di più, con tale appello auspichiamo che il rilancio del Paese passi anche per il rilancio di una mensa scolastica sana giusta e sostenibile, che porti a ritrovare comportamenti alimentari per una buona salute, per la diffusione di un’alimentazione sana ed equilibrata fatta con prodotti biologici locali, per favorire lo sviluppo ed il mantenimento di economie locali e di prossimità.

Link per la lettera trasmessa ai Ministeri e CS di AIAB.

Sulla questione è stata inoltre lanciata a fine luglio una petizione che ha già raccolto oltre 31.500 firme. Qui il link

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