Sprechi di nutrienti (quasi) finiti

L’eccesso di azoto utilizzato dall’agricoltura costa tra i 70 e i 320 miliardi di euro su scala europea in termini di salute umana e ambientale, più del doppio dell’extra reddito ottenuto con l’applicazione di fertilizzanti azotati nell’agricoltura continentale, secondo un recente studio frutto dello European Nitrogen Assessment (1). 200 ricercatori di 21 paesi cercano dunque di individuare percorsi di riduzione delle perdite e di minimizzazione dei relativi impatti su acqua, aria, suolo, ecosistema e clima.

Tra i messaggi chiave del rapporto, emerge che: almeno 10 milioni di europei bevono acqua con concentrazioni di nitrati superiori alle soglie raccomandate; fioriture algali eccessive e aree morte si rinvengono nei mari del Nord, Adriatico, e Baltico e lungo le coste della Bretagna; nelle foreste di due terzi d’Europa la deposizione di azoto atmosferico ha causato almeno il 10% della perdita di biodiversità vegetale.

I fertilizzanti sono usati dunque poco razionalmente e molto viene disperso, eppure la loro disponibilità sta diventando critica, dipendendo da fonti non rinnovabili e geograficamente circoscritte, come il metano (per gli azotati) e le rocce fosforiche, tanto che un altro recente studio (2) fa appello a un urgente intervento politico teso a orientarne produzione e uso, oltre che a rivedere le normative sui rifiuti, incoraggiandone riciclo e riuso.

Pur ipotizzando che le riserve di roccia garantiscano estrazione ancora per 3-400 anni, la loro progressiva contrazione pone preoccupazioni in termini di loro costi con conseguenze sui prezzi del cibo, così lo studio invoca una rapida presa di decisione sulla loro gestione e ottimizzazione agricola.

  1. Mark A. Sutton, Oene Oenema, Jan Willem Erisman, Adrian Leip, Hans van Grinsven, Wilfried Winiwarter. Too much of a good thing. Nature, 2011 DOI: 10.1038/472159a
  2. Dawson, C.J. & Hilton, J. (2011) Fertiliser availability in a resource-limited world: production and recycling of nitrogen and phosphorus. Food Policy. Doi: 10.1016/j.foodpol.2010.11.012.

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