Ultimo round per il Roundup?

Il glifosate ha fama di erbicida efficace e a basso impatto: è così che, oltre che sulle colture geneticamente modificate, se ne usa molto anche per diserbare giardini, bordi stradali e per “garantire il decoro urbano”. È quanto ci viene tuttora ripetuto.

Roundup è il nome commerciale che la Monsanto ha assegnato a questo principio attivo ad ampio spettro introdotto sul mercato dalla Monsanto nel 1974, ma dal 2000 non più coperto da brevetto, divenendo disponibile per numerosi prodotti generici alternativi (1).

Il glifosate è ancor oggi l’erbicida maggiormente impiegato negli Stati Uniti, nonché il più venduto al mondo dal 1980. Nel 2009, il 30% dei ricavi di Monsanto erano legati alla vendita di erbicidi a base del suo principio attivo, mentre l’intera linea di prodotti – inclusi i semi GM resistenti all’erbicida (i cosiddetti Roundup Ready) – hanno rappresentato circa la metà del suo fatturato. Solo lo scorso anno Monsanto ha realizzato 2 miliardi di dollari di vendite di Roundup e altri erbicidi a base di glifosate, su un mercato mondiale degli erbicidi di circa 14 miliardi (di cui 5 nei soli USA) (2).

Il suo successo può però costituire il suo principale limite: su questo principio attivo si stanno infatti accumulando evidenze scientifiche che destano allarmi ambientali e sanitari. Molti di questi problemi sono proprio generati dalla diffusione delle colture transgeniche tolleranti erbicidi (e glifosate in particolare), che ricoprono complessivamente l’83% della superficie coltivata a OGM (3).

Già più di 130 diverse specie di infestanti hanno sviluppato resistenza a erbicidi negli USA, più di quanto sia stato riscontrato nel resto del mondo, per una stima di 4,5 milioni di ettari coinvolti, determinando non solo un grave problema ambientale, ma anche un serio grattacapo agronomico, costringendo gli agricoltori a ricorrere a cocktail di principi attivi. Monsanto non nega più il fenomeno e ha anche recentemente annunciato un accordo con la BASF per lo sviluppo di piante transgeniche (soia, cotone, mais e colza) tolleranti l’erbicida dicamba. Un erbicida che si aggiungerebbe alle applicazioni di glifosate, non in sua sostituzione (4).

Oltre ai problemi ambientali e agronomici, si cominciano a moltiplicare le denunce scientifiche in ordine ai problemi sanitari. Ha destato allarme e polemiche la denuncia dello scorso gennaio del prof. Don Huber, patologo vegetale in pensione, che in una lettera al Segretario per l’agricoltura Tom Vilsack segnalava il ruolo del glifosate nel manifestarsi di aborti spontanei e infertilità in animali zootecnici. Pochi mesi prima, ricercatori argentini hanno pubblicato uno studio che lega il glifosate a malformazioni in embrioni di rane e polli (5). Problemi seri se si considerano le frequenti applicazioni aree dell’erbicida sulle colture Roundup Ready che producono deriva del prodotto su abitazioni e addetti agricoli. È quanto accade in Sud America, come in Argentina dove dai circa 20 milioni di litri impiegati al debutto della soia RR nel 1996, si è arrivati ai circa 170 milioni nel 2006 (6) e ai 200 milioni nel 2009 (5), applicati in gran parte sui 19 milioni di ettari di soia RR (la metà della SAU del Paese).

La tossicità acuta del glifosate è da sempre ritenuta molto bassa, ma gli erbicidi che contengono il principio attivo contengono anche altri composti che possono essere tossici, a partire dai surfattanti. L’Institute of Science in Society ha invocato un divieto per il commercio di glifosate sottoponendo un report all’EPA (l’Environmental Protection Agency) che ha deciso di avviare un’istruttoria scientifica e regolatoria sul prodotto e di esprimersi sulla sua commercializzazione entro il 2015.

Ci riflettano le autorità pubbliche italiane che ne promuovono l’impiego per la gestione del verde pubblico e delle bordure stradali e ferroviarie.

  1. Duke S. O. and Powles S. B. , Glyphosate: a once-in-a-century herbicide, Pest Manag Sci 64:319–325 (2008) DOI: 10.1002/ps
  2. The Economist, The parable of the sower, 19 november 2009
  3. James, Clive. 2010. Global Status of Commercialized Biotech/GM Crops: 2010. ISAAA Brief No.42. ISAAA: Ithaca, NY.Gilliam C., 8.4.2011, Cancer cause or crop aid? Herbicide faces big test, Thomson Reuters
  4. Paganelli, A., et al. Glyphosate-Based Herbicides Produce Teratogenic Effects on Vertebrates by Impairing Retinoic Acid Signaling; Chem. Res. Toxicol., 2010, 23 (10), pp 1586–1595
  5. Binimelis, R., et al. ‘‘Transgenic treadmill”: Responses to the emergence and spread of glyphosate-resistant johnsongrass in Argentina. Geoforum (2009), doi:10.1016/j.geoforum.2009.03.009

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