Ora basta prestare il fianco ai biocidi!

Dopo il servizio sul biologico andato in onda lo scorso 24 aprile su RaiNews 24 nel programma “Basta la Salute, Vincenzo Vizioli, in qualità di presidente FIRAB, tecnico e dirigente AIAB ma anche di cittadino e utente Rai, ha scritto una lettera al Direttore di Rai News Antonio Di Bella evidenziando la totale parzialità nonché l’infondatezza scientifica del servizio.

“Sono rimasto stupito e deluso – scrive Vizioli –  dell’approccio unilaterale, privo di obiettività, pieno di inesattezze, per scarsa conoscenza di dati e del metodo di produzione, non ultimo per le domande retoriche che facevano apparire l’intervistatore più un bravo alzatore di pallavolo, piuttosto che un giornalista. A mio modesto parere, una trasmissione di approfondimento che da spazio a informazioni parziali e non verificate, soprattutto dal punto di vista scientifico, per di più senza contraddittorio, diventa faziosa e questo è accaduto nella rubrica in questione attraverso la quale, peraltro, non è difficile conoscere l’orientamento e il settore di lavoro (OGM) dell’intervistato. Per cultura politica ritengo che si debba dare voce a pensieri diversi; quindi il “raccapriccio” (per citare il professore intervistato), non è per aver ascoltato pareri che non condivido ma per la scarsa obiettività e in alcuni casi falsità del messaggio”.

Nel documento che segue si evincono, in modo graficamente chiaro, le falsità elencate nel servizio, meglio delineate nella lettera riportata subito dopo.
ORA BASTA PRESTARE IL FIANCO AI BIOCIDI

Continua Vizioli nella lettera:
“Cito solo alcune delle numerose inesattezze contenute nel servizio:
  • Gerardo D’Amico inizia il pezzo dichiarando che la proposta di legge quadro sul biologico “prevede la destinazione del 40% di tutti i fondi destinati all’agricoltura, per il settore biologico”. Sarebbe interessante conoscere da dove ha preso questo dato per lui inquietante poiché, come si può leggere sul sito della Camera dei Deputati, ” il Fondo per lo sviluppo della produzione biologica (art. 9), è alimentato dal contributo annuale, già previsto a legislazione vigente, dovuto, nella misura del 2 per cento del fatturato dell’anno precedente, dalle imprese titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio di determinati prodotti fitosanitari considerati nocivi per l’ambiente”.. Questo fondo produce circa 11 milioni di euro l’anno che al momento sarebbero destinati alla Ricerca per l’agricoltura biologica e biodinamica. Essendoci una postilla, riportata anche nella proposta di legge quadro sul bio, che all’occorrenza a il MEF può pescare da quel fondo, dopo molti anni di mancata erogazione, negli ultimi anni, per le finalità citate, alla Ricerca per il settore bio ne arrivano a stento 2 milioni. Questo stesso gettito dovrebbe finanziare, sempre secondo la proposta di legge, non più solo la ricerca ma anche la realizzazione del Piano di Azione Nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura bio, nonché la formazione professionale.
    Se l’intenzione era di parlare di tutti i fondi destinati all’agricoltura, tra PAC (52) e Fondi strutturali (70.4) questi, nella prossima programmazione, ammontano a circa 122 miliardi di euro. Quindi secondo D’Amico nel prossimo settennio l’agricoltura biologica e la “raccapricciante”  agricoltura biodinamica godrebbero di poco meno di 50 miliardi di euro. Non ci sembra sia particolarmente ferrato sulla Politica Agricola Comunitaria e sul dibattito in corso all’UE. Attualmente possiamo dire invece che da fonte Rete Rurale Nazionale del MiPAAFT per la misura dedicata all’agricoltrua biologica (Mis.11) sul PSR (Piano di Sviluppo Rurale), su oltre 18,6 miliardi di euro totali programmati dalle Regioni, ne sono stati destinati poco più di 1,6 che non sono proprio il 40%.
  • Alla domanda se ci sia qualche pericolo per noi consumatori Defez risponde che ormai gli agricoltori sono farmacisti, medici che somministrano farmaci con attenzione. Peccato che nel rapporto ISPRA sui pesticidi nelle acque, presentato nel 2018 e relativo al biennio 2016 (http://www.isprambiente.gov.it/files2018/pubblicazioni/rapporti/Rapporto_282_2018.pdf) si evidenzi una situazione molto diversa e meno rassicurante. Infatti dal 2007 a oggi i pesticidi rilevati sono passati da 117 a oltre 200. Il è risultato contaminato il 67% dei punti di prelievo delle acque superficiali ed il 33.5% di quelle sotterranee con un aumento rispettivamente del 17 e del 31,3% rispetto al biennio precedente. Risulta inoltre che c’è un problema di pericolose miscele con una media di 5 principi attivi per campione, con un massimo di 55. Il principio attivo più presente nelle acque superficiali è il glifosate mentre in quelle profonde è l’atrazina, diserbante vietato quasi 28 anni fa che evidenzia la superficialità con cui si analizza il rischio. Evidentemente ai farmacisti e ai medici è sfuggito qualcosa.
  • L’innocuità del glifosate è poi una delle tante perle del servizio, dove lo schiacciatore Defez, ben servito dall’alzatore D’Amico, afferma con sicurezza che tutti gli studi, le agenzie europee e l’OMS, ci rassicurano che possiamo mangiare tranquilli anche cibi con residui. Forse lo IARC che ha affermato che il glifosate è un probabile cancerogeno non è l’Istituto per la Ricerca sul Cancro dell’OMS? Le pubblicazioni sull’interferenza endocrina del glifosate fatte dall’Istituto Ramazzini (https://www.ramazzini.org/comunicato/comunicato-stampa-studio-globable-sul-glifosato/) non valgono? Non sa l’intervistatore dello scandalo del parere “indipendente”  dell’EFSA copiato dai dossier Monsanto? E poi perché dovremmo ritrovarci un pesticida nel pane, nella pasta, nella birra, nell’acqua, nelle urine di 13 donne romane in stato di gravidanza (test del Salvagente), nei pannolini di cotone per i bambini e nell’ambiente? Forse il professore non sa che oltre la tossicità acuta c’è quella cronica che sembra essere alla base delle principali malattie che combattiamo ogni giorno.
  • Nonostante ci sia molto altro da dire, per esempio sull’emissione di anidride carbonica che l’agricoltura biologica favorirebbe, mi fermo qui, anche perché so che altri colleghi Le hanno già inviato alcuni dei tanti articoli scientifici per evidenziare la scarsa buona fede di Defez. Solo alcuni poiché, di questi, senza troppi sforzi se ne possono trovare molti altri da leggere, anche solo per informarsi, prima di fare un intervista.Visto che il vostro redattore ha citato l’appello della Senatrice Cattaneo firmato anche dal Defez, contro l’approvazione della legge per il bio, ferma al Senato per la terza legislatura consecutiva, Le invio una delle tante risposte fornite da docenti universitari a quell’appello, che ha la stessa approssimazione scientifica dell’intervista. Stranamente però non ha ricevuto lo stesso risalto dai media, evitando così anche di autocitare le organizzazioni di settore che rappresento. Mi auguro che il canale da Lei diretto voglia riequilibrare adeguatamente l’informazione”.

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